Tuesday, January 19, 2016

ITALIA - LE INCHIESTE DEL "CORRIERE" - Nude e umiliate, il rito che incatena le donne nigeriane

Nude e umiliate, il rito che incatena le donne nigeriane alla mafia e le costringe a fare le prostitute Un cerchio fatto con dei lumini che per la ragazza costretta a stare nel centro, diventerà una gabbia. L’hanno fatta spogliare e poi la filmano mentre le fanno ripetere un giuramento che la obbliga a prostituirsi e a raccogliere denaro per il suo «padrone». È uno dei tanti abusi che le donne africane subiscono da parte di esponenti della mafia nigeriana. Il video è stato girato come prova e come arma di ricatto nei confronti della donna. Questa ragazza che come tante era stata fatta arrivare in Italia con la promessa di un lavoro, dopo questo «rito» è stata mandata a prostituirsi a Dubai, nuova frontiera della tratta delle donne da parte della mafia nigeriana. Dal paese arabo la ragazza ha inviato il documento a Christopher, un suo amico che vive a Castelvolturno, nel casertano, roccaforte del clan africano, e che spesso collabora con le forze dell’ordine. «Mi ha chiesto di aiutarla, di portare il video agli inquirenti perché arrestassero i suoi aguzzini e le restituissero la libertà - spiega Chris –. Nel video però non si vede né la “madame” che le fa ripetere il giuramento né il pastore della chiesa pentecostale dove lei mi ha detto che è stato girato il filmato. Ho denunciato tutto ma spero di trovare altre prove che li incastrino definitivamente. Credo che a tutti noi faccia bene vedere come la mafia tratta le donne, anche se sono immagini drammatiche. Per loro sono solo merce e in questo video la ragazza viene mortificata, spaventata e trattata come una bestia». Il filmato è girato con un telefonino e mostra una ragazza lasciata nuda che cerca di coprirsi mentre una voce femminile e crudele le urla di tenere giù le mani. La madame le fa giurare che restituirà il riscatto al suo «padrone» lavorando come prostituta. «Quanto ti abbiamo addebitato?», chiede. «Non so, non me lo ricordo», risponde la vittima. «30 mila euro, questo è il costo che addebito alle mie ragazze - insiste la madame – ora io ne ho 5, tu sei la sesta e andrai a Dubai mentre le altre sono ad Abu Dhabi». Quella di inviare alcune ragazze vittime della tratta nei paesi arabi sembra essere una vera e propria scelta: «Le mandano lì perché in Italia c’è crisi e poi perché hanno paura delle denunce. Qui le donne sono più tutelate. La mafia nigeriana pensa solo a far soldi e ora ha trovato questo nuovo canale per la prostituzione e lo utilizza. Le ragazze vengono ingannate e portate in Italia, se hanno figli glieli tolgono e le ricattano. Poi le sottopongono a questo giuramento e alla fine le mettono sui marciapiedi italiani o le mandano a Dubai». Gli ultimi dati (ormai risalenti al 2010) dell’Organizzazione Internazionale per le migrazioni parlano di 500 donne vittime di tratta solo a Castelvolturno costrette a prostituirsi con turni massacranti, per soli 10 o 15 euro. Nel video la madame fa dire alla vittima che lavoro farà per pagare il suo riscatto e lei imbarazzata quasi non ci riesce: “Dillo in inglese, dici bitch!”, le urla. «Giura che non darai problemi al tuo padrone e che non lo farai arrabbiare. Se non lo farai arrabbiare sarà buono con te». A quel punto le chiede dei figli. «Quanti ne hai? Maschio o femmina? Lavora, paga il riscatto e potrai farlo viaggiare e dargli il meglio», le dice in maniera subdola. La ragazza prova istintivamente ancora a coprirsi, annuisce sapendo che non sarà mai libera e che con quel giuramento sta firmando la sua condanna. INC News, 19/01/2016 - Diritti riservati ©Corriere della sera

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