Sunday, November 3, 2013

Journalisme et Criminalite'-Journalism and criminality

Encore une fois, deux journalistes tués dans l'exercice de leurs fonctions à informer le monde sur ce qui se passe. De plus en plus vous avez remarqué que la violence contre ceux qui dans le cadre de leur profession pour éclairer les gens sur ce qui se passe, est constamment à la hausse, presque on voulait faire taire ceux qui savent. Au lieu de cela, ceux qui savent qu'il ne sera jamais se taire, surtout si vous savez ce qui affecte la dignité humaine, viole les principes du droit à la liberté d'expression et d'exister ou affectant la personnalité de l'individu pour ce qu'il est. Le silence est lâcheté, si ce que nous apprenons sauve une vie, une institution, un peuple. Il n'est pas tuer un journaliste, que vous obtenez silence, en effet, vous obtenez l'incitation à la vengeance, ce qui est encore pire que le crime lui-même.
Les familles touchées par la catastrophe vont pas notre compréhension et notre pensée.
La redaction de l'INC
Mikhail Lermontov
Mira Kartbayeva
Bolat Kartbayev
http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_02/mali-due-giornalisti-francesi-rapiti-sgozzati-564278ba-43e8-11e3-830a-3ecafc65029e.shtml

Once again, two journalists killed in the line of duty to inform the world about what is happening. More and more you're noticing that violence against those who for the purpose of their profession to enlighten the people about what is happening, is constantly on the rise, almost one wanted to silence those who know. Instead, those who know will never shut up, especially if know what is affecting human dignity, violates the principles of the right to freedom of expression and to exist or affecting the individual's personality for what it is. The silence is cowardice if what we learn saves a life, an institution, a person. It is not killing a journalist that you get silence, indeed, you get the incitement to revenge, which is even worse than the crime itself.
The families affected by this disaster go our understanding and our thinking.
The redaction of INC

Mikhail Lermontov
Mira Kartbayeva
Bolat Karbayev

Stelle, strisce o pallettoni?

Quando ero giovane ricordo che si correva per le strade o nei parchi a giocare ai “cobboys e indiani”, con pistole di cartone o ad acqua, dicendo “Bang, sei morto”…Allora si giocava e basta. Era un gioco derivato dalle esperienze visive nel vedere films americani sulla vita dei cowboys e degli indiani, un modo come un altro per giocare, per esprimere se stessi. Oggi non ci sono piu’ gli indiani ne’ i  cowboys e lo stereotio americano e’ decisamente cambiato,  dandoci alta tecnologia per giocare in modo piusofisticato e violento,  e social network per tenerci lontani uno dall’altro senza poter avere un contatto un poco piu’ umano come un tempo.

Forse in questa ottica si inserisce il discorso sull’uso estremamente facile delle armi in America, e di conseguenza dell’eccezionale numero di delitti che avvengono nel Paese a stele e strisce. Se comperare una pistola calibro 32 con silenziatore e’  semplice come comperare un gelato, significa che la concessione al delitto e’ permessa e che quindi parrebbe strano che si debbano fare controlli straordinari  delle persone che entrano nel Paese, quando poi probabilmente le stesse persone compiono stragi come quella mancata a Los Angeles di recente. Qualche cosa secondo me non funziona nella sicurezza nazionale, in America. Si dovrebbero mettere ferree limitazioni all’acquisto ma anche all’uso delle armi, perche’ non mi farebbe del tutto specie sentire che un bambino si e’ regalato un Kalashnikov per andare a rapinare una banca….L’America e’ sempre stata oggetto di culto da imitare, ma se tutti imitassimo questo loro costume allora in Sicilia il “mezzogiorno di fuoco” sarebbe all’ordine del giorno, con un notevole incremento degli incassi delle pompe funebri.




VK