Saturday, August 29, 2015

Tenta di sventare rapina: ucraino ucciso sotto gli occhi della figlia

Tragedia nel Napoletano. Un ucraino di 38 anni, Anatolij Kolov, è stato ucciso da due rapinatori durante un raid in un supermercato di Castello di Cisterna. Si tratta del supermercato Piccolo di via Selva. L’immigrato, era appena uscito dal market e aveva in braccio la figlioletta di un anno e mezzo. Accortosi della rapina è però tornato indietro e ha provato a fermare i malviventi bloccandone uno. Nella colluttazione è stato ucciso con due colpi di pistola, sotto gli occhi della figlia e dei clienti del supermercato, quasi tutte donne con bambini. I banditi sono fuggiti a bordo di una Honda SH300. Sul posto i carabinieri.

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INC News, Schiedam, 29/08/2015 - via Corriere

В Одессе загорелась элитная 22-этажка

В ДТП на юго-западе Москвы пострадали пять человек

Грабитель "взял" Сбербанк нахрапом

Волонтеры в немецком Хайденау устроили праздник для мигрантов



В немецком Хайденау сотни волонтеров устроили праздник для вновь прибывших мигрантов. Организаторы раздавали беженцам вещи, пожертвованные гражданами Германии, угощали всех барбекю и развлекали детей.



INC News, Almaty, 29/08/2015 via RT

Европа спасает и принимает беженцев. Но не всех

В Таиланде задержан подозреваемый во взрыве 17 августа

Парижские власти договорились с цыганами

Таиланд: арестован подозреваемый в совершении теракта в Бангкоке

Египет: журналистов "Аль-Джазиры" приговорили к трем годам тюрьмы

Европейские страны намерены усилить меры безопасности на железных дорогах

Взрыв в Бахрейне: есть жертвы и пострадавшие

В Будапеште почтили память погибших в грузовике беженцев

В Ватикане под домашним арестом скончался обвиняемый в педофилии бывший ...

Разгорается пограничный кризис между Венесуэлой и Колумбией

Во Франции задержаны 2 журналиста по подозрению в шантаже короля Марокко

Ливан готовится к новым акциям протеста

Польский министр подтвердил: поезд с сокровищами Третьего рейха существует

THE SATURDAY'S EDITORIAL OF INC NEWS

THE SATURDAY'S EDITORIAL OF MIRA KARTBAYEVA

ENGLISH

I was back from a discussion of job with colleagues, operators of telecamera, when was learned of the killing of two American journalists of the American broadcaster ABC. There was discussion about the dangers of certain information services and as a punch in the stomach, I saw the video of their killing by a former colleague, almost "live".
Were immediate the reactions of all broadcasters to let repeated almost obsessively those shots, the cry of a young colleague who was killed on live TV. I thought about how many of us young journalists not taken into account how it might be difficult or dangerous our business, and not even want to remember how many of us have lost their lives to give people the information of what happens on our planet.
Today I want to spend just a few words to those who have fallen at the hands coward, in doing their duty, in denouncing illegal, in following the war, in the journalistic investigation. Today I want to devote my inner silence to all fallen colleagues, and reminding the world of high-profile cases such as the beheading of colleagues kidnapped by Islamic extremists ISL, the death of Italian colleagues Ilaria Alpi and Marco Rovatin, the Politkovskaya case, the colleagues of the broadcaster Al Jazeera arrested in Egypt, and all the others whose names escape me at the moment.

Who makes journalism knows that can risk also in a big manner, but who likely does, not solely and exclusively from the fame that can ensue for a big scoop: makes it to give the opportunity to the general public of knowing, in a very short time, what's happening in the world. Because the job of the journalist is to write the truth, bearing in mind that the truth hurts, who is telling the truth it seems to be silenced. But in the words of an old saying, you can kill those who know, but you'll never know if those who have killed have not already told others what he knew.

Mira Kartbaeva, for INC News, Almaty, 29/08/2015


RUSSIAN

По дороге домой после собрания с коллегами операторами по камере, во время которой обсуждалось убийство двоих американских журналистов телеканала ABC у меня в желудке схватил приступ. Еще это живое видео, где я увидела убийство бывшего сотрудника...
Были и незамедлительные реакции всех вещателей, которые отчаянно передавали эти выстрели и крики молодой коллеги, которую убили в прямом эфире. Я думала о том, что многие молодые журналисты не берут во внимание насколько трудной и опасной может быть наше дело, и не хотят помнить сколько из нас потеряли жизни для того чтобы передать информацию о происходящем на нашей планете.
Сегодня я хочу потратить всего лишь немного слов для тех, кто падал, исполняя свои обязонности, оссуждая беззаконие на войне и в журналистском расследовании. Сегодня я хочу посветить мой внутренний голос всем ушедшим коллегам, кто напоминал миру о случаях, привлекшие внимание, такие как обезглавливание журналистов исламскими экстремистами ISL, смерть итальянских коллег Иларии Альпи и Марко Роватина, случай с Политовской, аррестованные работники телевещания Аль Жазира, и многие другие чьи имена неупомянуты.
Они идут на жертвы ради журналистики, чтобы дать нам понять на какие риски готова сама журналистика. Похоже они делают это не для своей личной выгоды и славы, а ради того чтобы дать возможность обществу знать  в очень короткие сроки о на происходящем на земле. Потому что работа журналиста– писать правду, принимая бремя правды, ведь она причиняет боль. Кажется что говорить правду значит молчать. Но как гласит старая поговорка, «Вы можете убить тех, кто знает правду, но вы никогда не узнаете успел ли он рассказать другому о том, чего знает ».


ITALIAN

Ero ritornata da una discussione di lavoro con colleghi operatori di telecamera, quando si venne a sapere della uccisione di due giornalisti americani della emittente  televisiva americana ABC. Si discuteva sulla pericolosità di taluni servizi di informazione e come un pugno allo stomaco, ho visto il video della loro uccisione da parte di un ex collega, quasi "live".
Immediate furono le reazioni di tutte le emittenti a far ripetere quasi ossessivamente quegli spari, quel grido della giovane collega che veniva uccisa in diretta tv. Ho pensato a quanti di noi giovani giornalisti non teniamo conto di come potrebbe essere difficile o pericolosa la nostra attività, e neppure vogliamo ricordare quanti di noi hanno perduto la vita per dare al pubblico l'informazione di quanto accada sul nostro pianeta.
Oggi voglio dedicare due parole proprio a coloro che  sono caduti per mano vile, nel fare il proprio dovere, nel denunciare illeciti, nel seguire le guerre, nella investigazione giornalistica. Oggi voglio dedicare il mio silenzio interno a tutti i colleghi caduti e ricordare al mondo casi eclatanti come la decapitazione dei colleghi rapiti dagli estremisti islamici ISL, la morte dei colleghi italiani Ilaria Alpi e Marco Rovatin, il caso Politovskaya, i colleghi della emittente Al Jazeera arrestati in Egitto e tutti gli altri i cui nomi in questo momento mi sfuggono.
Chi fa giornalismo sa che può rischiare anche grosso, ma chi rischia non lo fa solo ed unicamente per la fama che ne può derivare per uno scoop importante: lo fa per dare la possibilità al pubblico di sapere, in tempi molto ristretti, che cosa stia capitando nel mondo. Siccome il lavoro del giornalista è quello di scrivere la verità, tenendo conto che la verità fa star male, chi dice la verità pare che debba essere messo a tacere. Ma come diceva un vecchio adagio, tu puoi uccidere chi sa, ma non saprai mai se chi hai ucciso non abbia già detto ad altri quello che sapeva.

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È ufficiale, mistero risolto. Dopo 70 anni sarebbe davvero stato ritrovato il treno tedesco carico d’oro, gemme e armi che alla fine della Seconda guerra mondiale era sparito in Polonia senza lasciare tracce. La conferma arriva dal viceministro alla Cultura Piotr Zuchowski, sottolineando tuttavia che per ora non si ha la certezza di cosa ci sia davvero a bordo. “Siamo sicuri al 99% che quel treno esiste. Sono state visionate delle fotografie geo-radar sulle quali è stato possibile individuare piattaforme e cannoni. Dopo aver visto i dettagli posso dire che si tratta sicuramente di un treno blindato. Se qualcuno ha mai visto immagini di treni blindati della seconda guerra mondiale potrà confermare quanto sto dicendo”.Il ritrovamento sarebbe stato possibile perché il luogo in cui era stato nascosto il ‘mitico’ convoglio è stato rivelato poco prima di morire da un uomo che ha partecipato nel 1945 all’azione di occultamento. Ora i due ricercatori, un polacco e un tedesco, che hanno annunciato il ritrovamento del treno, chiedendo il 10% del valore del presunto “tesoro” in cambio di tutte le informazioni e i particolari.
INC News, Schiedam, 29/08/2015 - via Euronews

French motorway remains closed after travellers end blockade

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Al Jazeera journalists given three year jail term by Egyptian court

Ministers discuss how to protect Europe's trains from terrorism

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