Saturday, September 20, 2014

Dopo i sette operatori trucidati dalla folla, Ebola, i medici scappano. Così la Sierra Leone muore

Ebola drammatica

Il primo dei tre giorni di quarantena imposti dal governo della Sierra Leone per contrastare la diffusione dell’Ebola si chiude silenzioso com’è iniziato, con le strade deserte di villaggi già fantasma dove sono state sepolte almeno 491 delle 2400 vittime dell’epidemia abbattutasi sull’Africa occidentale. A circolare sono solo gli operatori sanitari autorizzati: è attraverso i loro occhi che possiamo guardare il collasso del sistema welfare, il deserto della speranza, l’abitudine alla coabitazione con la morte. 

«Sono qui dal 2011 e ho seguito l’aggravarsi della situazione giorno dopo giorno, quando il 4 agosto scorso il presidente ha dichiarato l’emergenza sanitaria è crollato tutto: anziché accorrere a dare una mano, come avviene in questi casi nel resto del mondo, i medici e gli infermieri sono scappati dagli ospedali che adesso sono vuoti». Il racconto di Luca Rolla, 42 anni, arriva dal nuovo Centro per il trattamento dei malati che Emergency ha aperto giovedì a Lakka, una ventina di minuti da Freetown. L’organizzazione fondata da Gino Strada è nel Paese dal 2001 con un Centro chirurgico e pediatrico da 110 posti letto in un villaggio vicino alla capitale. La nuova struttura, che può accogliere 24 persone, ne ha già 5 isolate in attesa del risultato degli esami, verosimilmente positivi. 

INC News, 20-09-2014

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