Un quarto d’ora dopo la lettura della sentenza della Cassazione che condanna l’assassino della loro Chiara, Rita e Giuseppe Poggi aprono il cancello della loro villetta. L’avevano promesso, qualunque fosse stata la decisione dei giudici. Dopo una notte di tormenti, temendo un esito diverso, uscire da casa adesso è una liberazione. «Giustizia è stata fatta, finalmente», dice la madre, accennando un sorriso garbato, gli occhi lucidi, come quelli del marito. Sono soddisfatti, è evidente, ma senza trionfalismi. «Non bisogna dimenticare che è una tragedia per due famiglie, per me Alberto era quasi come un figlio», quasi sussurra la signora Rita. Poi riprende vigore: «Otto anni per avere una sentenza definitiva sono tanti, ma in tutto questo tempo non abbiamo mai pensato di mollare e di rinunciare a chiedere la verità».
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