Primi studi dimostrano che un nuovo farmaco può ritardare del 34% la progressione dell'Alzheimer in pazienti in uno stadio iniziale della malattia. Si tratta della molecola solanezumab, i cui effetti, come riporta la Bbc, sono stati descritti in occasione della Conferenza internazionale della Alzheimer's Association in corso a Washington.
I risultati sono stati accolti con ''cauto ottimismo'', in attesa di una nuova fase di sperimentazione che si svolgerà il prossimo anno e che dovrebbe portare ad una conferma definitiva dell'efficacia del farmaco. La morte delle cellule cerebrali nei pazienti affetti da Alzheimer, spiegano i ricercatori, è attualmente inarrestabile ma la nuova molecola ''potrebbe essere in grado di mantenerle vive''. Le terapie attualmente disponibili, infatti, agiscono sui sintomi della demenza, aiutando le cellule cerebrali morenti a funzionare. La nuova molecola, al contrario, attacca le proteine deviate che si formano nel cervello colpito da Alzheimer. Una prima sperimentazione della molecola nel 2012 sembrò portare ad un fallimento. Successivamente, però, i ricercatori hanno raccolto elementi che indicavano la possibile efficacia della molecola su pazienti allo stadio iniziale della malattia.
INC News, 23/07/2015 - via ANSA
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