Thursday, October 30, 2014

ITALIA: Mamma in morte cerebrale, ma la gravidanza continua

La donna, una milanese di 36 anni, ha l’elettroencefalogramma piatto e dunque, secondo i parametri attuali della medicina, è clinicamente deceduta (in condizioni analoghe, di solito, partono le procedure per il prelievo di organi). Ma uno staff di rianimatori, ginecologi e neonatologi sta cercando di far crescere il feto nel suo utero, per metterlo in condizioni di sopravvivere anche al di fuori. Con le sue forze. La donna è arrivata al San Raffaele martedì scorso in ambulanza. L’ha colpita, mentre si trovava nella sua abitazione, un’emorragia cerebrale fulminante. Niente da fare, per lei nessuna speranza. Ma con l’aiuto dei macchinari per la rianimazione, il suo corpo è potuto diventare una culla. Il tentativo è di fare maturare il feto che, a 23 settimane, non poteva ancora sopravvivere fuori dal grembo materno. 
Dal giorno del ricovero della donna è già passata più di una settimana: otto giorni che contano molto per il bambino che oggi pesa sui 500 grammi. Una vita che se ne va e una che comincia. A 24 settimane inizia a formarsi la corteccia cerebrale ed è possibile sperare nella sopravvivenza. Certo, è una battaglia ai confini della scienza: salvare un feto dentro il corpo di una donna morta. 


leggi articolo in: Gravidanza in un corpo morto

INC News, 30/10/2014

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