Nelle ultime 24 ore Internet ha dimostrato la sua fragilità. Il lunedì mattina è iniziato con un il cerchio di caricamento di Skype che gira a vuoto: impossibile effettuare videochiamate, il servizio di Microsoft è bloccato. Ma le brutte sorprese sono iniziate già domenica, quando i robusti data center di Amazon sono andati offline. I danni non hanno riguardato solo il sito di e-commerce: la prenotazione delle camere con AirBnb si è interrotta, lo streaming di film e serie tv su Netflix si è fermato, chi stava organizzando un appuntamento con Tider è andato in bianco. I disservizi si sono estesi a molte piccole e grandi aziende che usano l’infrastruttura di Jeff Bezos per i propri server. Non è finita: abbiamo scoperto che la roccaforte che protegge le app di iPhone e iPad non è invulnerabile come si pensava. Ed è stata trovata una stringa di 16 caratteri (“http://a/%%30%30”) in grado di bloccare il primo browser per computer fissi, Google Chrome. Sembra meno grave, ma solo in confronto alle altre vulnerabilità.
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INC News, 22/09/2015
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